Appalto pulizie hotspot di Taranto. Non rispettata la clausola sociale?

L’hotspot di Taranto torna a lavorare, ma all’interno della struttura a svolgere le attività di pulizia vi è, dallo scorso 2 marzo un’altra ditta, che malgrado la clausola sociale, ha provveduto all’appalto con personale differente e probabilmente anche attivando procedure di ulteriori assunzioni  senza tener conto dei lavoratori che c’erano già.

E’ la denuncia mossa dalla segretaria della FILCAMS CGIL di Taranto, Paola Fresi, che pone all’attenzione della stampa e della Prefettura ionica un’ anomalia che probabilmente anche la fase del lock down non ha contribuito a risolvere.

Nel passaggio d’appalto proprio agli inizi di marzo denunciammo la situazione – spiega ancora la Fresi – perché malgrado l’assegnazione per decreto prefettizio dei servizi per la gestione dell’hotspot e poi successivamente per i servizi di pulizia e sanificazione, i nove dipendenti del precedente appalto restavano a casa.

Denunciammo il tutto, compreso la nostra richiesta di  mantenimento dei livelli occupazionali, anche gli Uffici dell’Arpal Puglia – continua la segretaria della FILCAMS CGIL – ma da allora ad oggi nulla è cambiato e quei lavoratori che costituivano la platea storia di personale impegnato sotto la tensostruttura che ospita i migranti al porto di Taranto, oggi sono fuori sostituiti da altri criceti nella ruota del precariato e della provvisorietà.

La FILCAMS CGIL rimarca la necessità di fare chiarezza, soprattutto in presenza di norme precise sulle clausole sociali che la committenza istituzionale dovrebbe garantire.

Chiediamo alla Prefettura – conclude la Fresi – di fare chiarezza e di convocare a proposito un tavolo di approfondimento e soluzione della vertenza.

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