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Archivio di Stato Taranto. La FP CGIL denuncia “rischio lenta eutanasia”

Il 70% di forza lavoro in meno e per l’Archivio di Stato di Taranto si preannuncia una lenta eutanasia. 5 persone a fare il lavoro che dovrebbero svolgere in 17. Un solo archivista che è anche la direttrice dell’istituto.

A denunciarlo sono Mimmo Sardelli e Grazia Albano, rispettivamente segretario generale e componente di segreteria della Funzione Pubblica CGIL di Taranto.

I due esponenti sindacali ritraggono una situazione di completa destrutturazione per una delle istituzioni che meglio di altre racconta la storia di impegno civico, politico, culturale e imprenditoriale del territorio ionico.

Eppure – dicono Sardelli e Albano – nel tempo dell’”orgoglio italico” si cancella con un colpo di spugna quello che invece dovrebbe rappresentare la radice di memoria dell’odierna comunità. Dal 1 febbraio 2024 l’ulteriore pensionamento di due unità, sarà la linea di demarcazione netta che segnerà il destino dell’Archivio di Stato di Taranto e si farà sempre più silenzio e oblio tra gli oltri dieci chilometri di scaffalature e documenti importanti che riguardano Taranto e la sua provincia.

L’Archivio di Stato di Taranto ha svolto, in particolare negli ultimi decenni, un intenso rapporto col territorio e con l’ambiente culturale della città, sia nella collaborazione con altri istituti culturali come l’Università e la scuole superiori, gli enti locali, gli altri istituti periferici dello Stato, che con le associazioni. Facendo ricerca storica e didattica. Ma non solo, il suo apporto alla soluzione di pratiche pensionistiche, con le ricerche sui fondi“estratti matricolari militari”, edilizie con le visure catastali e calcoli in cemento armato, la verifica storica dell’urbanistica cittadina, nello studio dell’evoluzione del territorio jonico. E infine, tutte le richieste arrivate da ogni parte del mondo per ricerche nel fondo “Stato Civile”, per le richieste di riconoscimento di discendenza italiana. Parte di questa fervida attività culturale ed amministrativa, di servizio al cittadino, la si può dedurre dal sito web e dalle pagine social dell’Istituto.

Il grido d’allarme della FP CGIL è rivolto al MIC ma anche a tutta la comunità chiamata a difendere questo importante presidio di conoscenza e memoria storica.

Poi la FP CGIL di Taranto snocciola i dati della vergogna.

Già dal 1 gennaio non è stato rinnovato il contratto a partita IVA ad una archivista specializzata dopo quasi due anni di proficua e valida collaborazione in tante incombenze e per la soluzione di problematiche tecnico-scientifiche – dicono Sardelli e Albano.

L’Archivio di Stato di Taranto ha un organico che dal primo febbraio di quest’anno sarà formato da zero unità per gli addetti ai servizi ausiliari ex commessi, amministrativi, informatici e assistenti. Resteranno a difendere le due sedi dell’Archivio di Stato di Taranto 3 impiegati addetti all’accoglienza, un funzionario amministrativo prossimo alla pensione la direttrice-archivista.

Questa situazione è la conseguenza di politiche miopi nella gestione dei beni archivistici fatta soprattutto negli ultimi vent’anni – affermano ancora Mimmo Sardelli e Grazia Albano – Chiediamo all’attuale classe dirigente del MIC di correre ai ripari. Taranto non merita di subire anche questo !

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