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Autocombustione mezzo AMAT. Zotti: “Continua a mancare la programmazione delle manutenzione”

Nelle fiamme e nel fumo del bus andato a fuoco ieri sul ponte punta penna, c’è la rappresentazione plastica ed evidente di denunce che ormai da anni finiscono sulla stampa e come di recente, per la sospensione del nostro RLS,   anche in tribunale senza mai di fatto cambiare uno status quo pericoloso per utenza e lavoratori dell’AMAT.

E’ quanto dichiara in una nostra stampa il segretario provinciale della FILT CGIL di Taranto, Francesco Zotti, dopo l’episodio che proprio ieri in tarda mattinata ha visto protagonista un autobus di linea finito poi carbonizzato dopo un episodio di auto-combustione.

Si tratta di un mezzo che ha circa dieci anni di vita e pertanto neanche uno dei più vecchi del parco auto dell’AMAT – spiega Zotti – ma sicuramente uno dei tanti che da troppo tempo attende una manutenzione più assidua che l’azienda potrebbe garantire solo avviando una seria campagna di programmazione di tutti gli interventi da realizzare.

Nel mezzo di ieri non avrebbe funzionato, secondo il responsabile della categoria trasporti della CGIL, il servizio antincendio, di cui si occuperebbe una officina esterna.

Ma non è il capro espiatorio quello che ci occorre – sottolinea Zotti – servono le risposte che in tutti questi mesi le 7260 bolle di avaria avrebbero dovuto indurre a dare con maggiore responsabilità, evitando di mettere a repentaglio la vita di chi viaggia in autobus e di chi li guida.

In sette mesi è la seconda volta che l’AMAT vede andare in fumo un suo mezzo, e in poche settimane abbiamo dovuto registrare anche episodi assurdi come piccole e grandi anomalie, compresa la perdita di un pneumatico per strada – termina Francesco Zotti – Attendiamo risposte che siano anche impegni precisi, anche alla luce della Fase 2 della pandemia in cui gli autobus e il trasporto pubblico torneranno ad essere di vitale importanza per tutti.

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