Ci sono settori ormai al collasso, penso ai servizi sociali, al decentramento, ai servizi demografici e territoriali, eppure malgrado il nostro tentativo di conciliazione del luglio scorso, noi per sei mesi abbiamo atteso che il Comune di Taranto si sedesse al tavolo e ci parlasse, a fronte di una carenza d’organico ormai cronica, di come riorganizzare il servizio e come modernizzarlo. Oggi arriviamo al ricorso sul mancato riconoscimento per gli anni 2016 e 2017 del salario accessorio legato alla produttività dopo proposto soluzione e dopo aver chiesto una mappatura dettagliata dei dipendenti che ad oggi rispondono ad un rapporto da 1 a 4: un dipendente per quattro settori differenti.
E’ un grido di dolore, quello di Annamaria Marra, RSU della FP CGIL all’interno del Comune di Taranto, che nel corso di una conferenza stampa insieme a Tiziana Ronsisvalle della segreteria provinciale del sindacato di categoria e l’avvocato Luca Bosco, ha illustrato oggi i particolari della class action presentata attualmente da circa 350 dipendenti nei confronti dell’ente municipale della città capoluogo.
Il tutto risale al 2015, quando i commissari ispettivi inviati dal Ministero dell’Economia e Finanza, mossero rilievi sulla gestione economica dell’ente.
I commissari del MEF mossero ben 300 pagine di rilievi – dice la Marra – 8 righi riguardavano il fondo di accantamento di circa 3,5 milioni di euro per il premio di produttività riconosciuto ai dipendenti comunali e poi sospeso dall’allora amministrazione Stefàno in via cautelativa. Le risorse furono però regolarmente accantonate dall’allora dirigente e il processo di riconoscimento di quelle spettanze esperito fino in fondo. Rispondere a quei rilievi da parte dell’ente avrebbe consentito una conclusione celere del “conflitto”, ma invece non è andata così e ora, almeno per quanto riguarda questa partita che riguarda i dipendenti comunali, sarà il giudice del lavoro a valutare la condotta dell’amministrazione comunale circa il mancato pagamento delle due annualità previste.
Noi riteniamo che il Comune abbia fatto una valutazione errata – spiega l’avvocato Luca Bosco – perché lo stesso MEF si è dichiarato positivamente sull’accantonamento del fondo per gli anni 2016 e 2017. Ora abbiamo già provveduto al deposito dei ricorsi dinanzi alla sezione lavoro del Tribunale di Taranto, a questo punto notificheremo gli atti al Comune di Taranto, attenderemo la prima udienza e vedremo quali saranno le risposte da parte dell’ente.