Crisi dell’ edilizia. “Ai tavoli di confronto per le grandi opere indispensabile la voce dei lavoratori”

Edilizia, appalti, legalità. Pubblichiamo la seguente

Nota stampa

Crisi dell’ edilizia

CGIL e FILLEA spronano i Comuni dell’area SIN di Taranto

I sindacati: “Ai tavoli di confronto per le grandi opere indispensabile la voce dei lavoratori”

 

La richiesta di incontro risale al 19 settembre scorso, ma ad oggi nessun segnale è arrivato dagli enti destinatari di una missiva in cui la CGIL e il suo sindacato degli edili della FILLEA, chiedevano strumenti e modalità operative per garantire una inversione di tendenza per un settore che nel giro di quindici anni tra Taranto e provincia ha dimezzato forza lavoro, massa salari e ore lavorate.

Un appello sinora caduto nel vuoto malgrado le cifre del disastro sia contenute nero su bianco in una tabella che è nella premessa di questa domanda di confronto.

I lavoratori del settore edile – spiega Francesco Bardinella, segretario generale della FILLEA CGIL di Taranto – nel 2011 erano 6.300. Oggi registriamo un numero di lavoratori che oscilla attorno al numero di 3.500. Un decremento che riguarda anche la massa salari che si muove sul territorio, passata da circa 54milioni agli attuali 36, e le ore lavorate passate da 6milioni e 300mila a poco più di 3milioni e 300mila. E’ un universo di uomini, donne e famiglie che è stato cancellato dalla crisi o che nella migliore delle ipotesi sopravvive ad essa barcamenandosi tra precariato e lavoro nero. Un tema che non può lasciare indifferenti le istituzioni territoriali.

La lettera infatti riguarda le pubbliche amministrazioni che possono contribuire a risollevare i destini del settore e sono i Comuni della cosiddetta area SIN, interessati dal Contratto di sviluppo del CIS e dalla possibilità di aprire cantieri nell’ambito delle opportunità concesse da quel tavolo.

In primis il Comune di Taranto e poi Crispiano, Massafra e Statte.

Assistiamo in questi giorni a un dibattito sempre più serrato sul tema delle bonifiche e della rigenerazione urbana – spiega Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto – Incontri, riunioni che pongono le premesse per impegni di spesa notevoli che riguardano ad esempio il recupero della città vecchia o l’insediamento dell’ufficio di piano per la redazione del nuovo PUG per il comune di Taranto. Cantieri insomma che però non si possono limitare a guardare l’opera in se, ma devono armonizzarsi con la necessità che quel lavoro sia buon lavoro soprattutto per i lavoratori del bacino di crisi di Taranto.

Il sindacato dunque, prima che la stagione dei grandi appalti abbia inizio, chiede garanzie.

In questi anni le intese e i protocolli hanno segnato un preciso recinto di competenze – sottolinea Bardinella – vi è lo statuto del CIS con il suo impegno relativo alle ricadute locali, vi è il Protocollo di legalità sottoscritto in Prefettura e ci sono le norme rivenienti dal nuovo codice per gli appalti e dai contratti di lavoro del settore, eppure è ancora debole nelle pubbliche amministrazioni il convincimento che la voce dei lavoratori, diretti protagonisti di questi processi, sia indispensabile.

Così la sollecitazione dei sindacati parte proprio da qui.

Non si tratta di fare incontri per riscrivere regole già scritte – commenta il segretario della CGIL Peluso – ma di capire come quel prontuario di buone prassi si realizza, con quali condizioni, con quali strumenti di garanzia e trasparenza, ma anche con quante risorse e con che tipo di appalto.

Nella lettera inviata il 19 settembre scorso al Comune di Taranto, CGIL e FILLEA, chiedevano un incontro sul tema al Sindaco Melucci, ma anche agli assessori ai lavori pubblici e legalità, Di Paola e Sebastio.

C’è la pressante esigenza di porre le basi per evitare che quelle occasioni di sviluppo rivenienti ad esempio dalla costruzione del nuovo ospedale, dai lavori per la riqualificazione urbana della città vecchia, o da tutti gli altri interventi strutturali previsti dal CIS, non rimangano solo sulla carta – spiega Peluso – e il sindacato chiede verifica delle fonti di finanziamento (nazionali e europei), ma soprattutto che quei fondi vengano spesi per dare una occasione di lavoro a quelle maestranze locali da anni assediate dalla crisi.

Per tale ragione la CGIL e la FILLEA reiterano la richiesta di incontro istituzionale con i Comuni dell’area SIN e chiedono la redazione di protocolli di intesa sull’occupazione, la legalità e la trasparenza che possano essere la base di confronto per la nuova stagione di appalti che la provincia ionica si appresta a vivere.

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