Si è svolto ieri, 8 ottobre il Consiglio di fabbrica ex ILVA indetto da FIM, FIOM e UILM. Al termine dell’incontro con i lavoratori abbiamo registrato una dichiarazione stampa da parte del segretario generale della FIOM CGIL di Taranto, Francesco Brigati, che riportiamo di seguito.
Il messaggio al Governo è chiaro: bisogna assolutamente fermare e ritirare il bando di vendita internazionale «perchè è evidente che è fallimentare e bisogna intervenire con un ruolo del pubblico per garantire l’occupazione e la fase di transizione ecologica».
Va dritto al sodo Francesco Brigati, segretario generale Fiom-Cgil Taranto, aprendo i lavori del Consiglio di fabbrica straordinario che ha visto riunirsi i Rsu di Acciaierie d’Italia in as quelli ex Ilva in as e i colleghi dell’appalto, chiamati a raccolta da Fim, Fiom e Uilm.
«Quello che sta emergendo dai giornali – aggiunge Brigati – rispetto ai possibili esuberi e sul fatto che si potrà determinare non un reale cambiamento dal punto di vista della produzione e della decarbonizzazione ma, di fatto, problemi sociali per quanto riguarda l’occupazione e nessuna risposta al processo di risanamento ambientale».
Per questi motivi è arrivato il momento «di determinare una grande giornata di mobilitazione dei lavoratori di tutto il gruppo. A Taranto la organizzeremo in occasione dello sciopero generale del 16 ottobre quando manifesteremo con un corteo che partirà dallo stabilimento ex Ilva per giungere fin sotto Palazzo di città, qui consegneremo un documento al sindaco Piero Bitetti, per riprenderci in mano il futuro, per rimettere al centro le questioni dell’occupazione, dell’ambiente e della produzione dal punto di vista del processo di decarbonizzazione», prosegue il segretario generale della Fiom Taranto.
«È il momento – conclude Francesco Brigati – di determinare un cambiamento reale e lo possono fare soltanto le lavoratrici e i lavoratori. Per questo saremo in piazza, per rivendicare al governo Meloni una soluzione definitiva che può avere luogo soltanto con l’intervento pubblico per determinare realmente un cambio radicale del processo produttivo, la piena occupazione e garanzie per il futuro per tutti i lavoratori perché l’amministrazione straordinaria non è un intervento pubblico».
E se nel frattempo da Palazzo Chigi dovesse arrivare la tanto attesa convocazione? Brigati è netto: «la giornata di protesta resta confermata perché pretendiamo soluzioni che mettano al centro il lavoro e l’ambiente».