I lavoratori ex Isola Verde dal 16 marzo sono disoccupati. L’emergenza coronavirus ha di fatto reso il loro dramma un po’ più sfumato, ma ad oggi su 143 famiglie tarantine è calato un ulteriore velo di preoccupazione. Di fronte a questo dramma nel dramma è la politica a mostrare tutta la sua inadeguatezza.
E’ duro il commento di Paola Fresi, segretario generale della FILCAMS CGIL di Taranto, che dopo aver seguito per oltre cinque anni la vertenza dei lavoratori dell’ex partecipata della Provincia di Taranto, ora passata al Comune capoluogo, lancia il suo grido di protesta.
La notizia del licenziamento è datata – ammette la Fresi – ma quel richiamo sulla stampa ai lavori affidati dal commissario Corbelli per la rimozione del relitto dell’ex mercato galleggiante ai Tamburi, oggi suona beffardo. Quei lavori non sappiamo se si sarebbero potuti realizzare con i 143 lavoratori in questione, ma è certo che tutto l’investimento in formazione e qualificazione oggi è trasformato nella cenere del disinteresse comune.
Non ci interessa sapere quale passaggio politico non abbia funzionato – continua Paola Fresi – e non è certamente nostro compito rintracciare le ragioni per cui gli impegni assunti con reciproca responsabilità da Regione, Prefettura, Comune di Taranto e Commissario Corbelli, oggi si siano trasformati in una interruzione di rapporto di lavoro assolutamente inaspettata.
Tutto senza una interlocuzione con il sindacato o l’individuazione di un orizzonte futuro.
Ora per i 143 ex isola verde ci saranno solo sei mesi di disoccupazione.
Poco male potrebbero dire in molti – continua la segretaria della FILCAMS CGIL di Taranto – ma sfido chiunque a vivere con la disoccupazione proveniente da un rapporto di lavoro di sole 24 ore settimanali. Una miseria per loro e una misera figura per chi poteva occuparsene davvero!