Dopo l’emergenza sanitaria saremo costretti a gestire una emergenza economica e occupazionale di grande portata e per quanto il decreto “Cura Italia” possa fornire un primo segnale di risposta all’emergenza sociale, resta ancora tutto da definire il quadro d’assieme per rispondere all’inevitabile recessione con gli strumenti adeguati. Per tale ragione, nel prendere atto dello spirito che ha animato l’impegno di 450 milioni di euro della Regione Puglia circa gli interventi urgenti per contrastare la crisi, restiamo perplessi di fronte all’eventualità che quella somma possa essere di fatto il depotenziamento di altri capitoli di spesa che guarda caso avrebbero dovuto far avviare cantieri e infrastrutturazione indispensabile per il nostro territorio e per la categoria del lavoro edile, cercando in alcuni casi di recuperare il tempo perso.
Così in una nota il segretario generale della FILLEA di Taranto, Francesco Bardinella e il segretario generale della CGIL ionica, Paolo Peluso.
La risposta alla crisi va data non solo assicurando la sopravvivenza alle categorie di lavoratori entrati in crisi – spiega Bardinella – ma modulando interventi che sono presupposto necessario allo sviluppo che dovremo essere in grado di innescare appena usciti dalla morsa della pandemia. Penso ad una infrastruttura che la provincia di Taranto attende da anni, ovvero la regionale 8, che nella manovra di bilancio sull’economia di emergenza da Covid 19, la Regione Puglia di fatto definanzia lasciando solo aperto il capitolo della relativa progettazione.
E per capire cosa scomparirà dalla gestione ordinaria basta scorrere la stessa delibera di giunta approvata ieri dall’esecutivo del governatore Emiliano.
Si pesca su assi POR di notevole importanza – puntualizza Peluso – da quelli che riguardano il ciclo dei rifiuti, passando dagli investimenti per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, fino alle somme poste a valere sul patto per la Puglia.
Se l’emergenza Covid-19 ci insegna qualcosa – continuano i due esponenti della CGIL – è che interventi per troppo tempo rimandati sull’architrave economica e sociale di questo paese poi si trasformano in una debolezza diffusa che guarda caso paga sempre l’anello più debole della catena.
Per tale ragione la FILLEA e la CGIL di Taranto chiedono chiarezza sugli investimenti confermati e certezza di reinvestimento per quelli i cui fondi sono stati riallocati agli interventi urgenti di cui alla delibera regionale di ieri 8 aprile.