Quì di seguito l’intervento del segretario generale della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, sull’approvazione del Piano per la spesa che riguarderà il Just Transition Fund nella provincia di Taranto.
Apprendiamo dal sito ufficiale della Regione Puglia che il Governo ha approvato il piano esecutivo territoriale in merito alla programmazione delle risorse del Just Transition Fund, 800 milioni euro dedicati all’area di Taranto e provincia per la diversificazione industriale e la mitigazione degli effetti della transizione.
L’approvazione del piano da parte del Governo potrebbe essere una buona notizia per segnare l’nizio di una fase finalmente realizzatrice dei progetti che per l’area di Taranto rappresentano una improcrastinabile necessità.
Tutto bene se non fosse che di questa delicata fase il partenariato sociale conosce solo i titoli.
Titoli proposti alla nostra attenzione ad ottobre e poi nel novembre 2024 nell’ambito del Comitato di sorveglianza del Piano Nazionale, di cui la CGIL è parte integrante.
Una lista quasi inventariale che non scende mai nello specifico e che invece proprio in quei dettagli mostrerebbe la sua portata in termini di sostenibilità e transizione economica, produttiva, sociale e occupazionale.
Siamo invece fermi, dunque, alle enunciazioni e molto interessati a conoscere i passi successivi di una strategia che deve avere chiare, tra le altre missioni, quella di creare nuove opportunità lavorative, partendo proprio dagli effetti di quella desertificazione industriale che pone sul tavolo di Taranto un numero sempre più crescente di vertenze.
Per questo a noi interessa chiedere immediatamente la convocazione del Comitato di Sorveglianza del JTF che chiediamo si svolga a Taranto.
I temi sono molteplici: cosa e come si riqualifica, con che tipo di ricaduta economica diretta e di indotto e soprattutto recuperando quali bacini di crisi occupazionali da avviare a formazione adeguata.
Sulla notizia di oggi pertanto preferiamo rimanere cauti, consapevoli del fatto che questi investimenti o hanno questi obiettivi o non serviranno a nulla.
La cosa che ci aspettiamo, anche qui nell’immediato, è che l’Organismo Intermedio della Regione Puglia convochi immediatamente il tavolo di confronto del partenariato sociale qualificato e rappresentativo delle istanze di chi dovrà essere protagonista della diversificazione industriale. È il momento di muoversi per davvero, anche perché il 70% delle risorse economiche vanno programmate e spese entro il 2026 e il restante 30% entro il 2029.