Lumino SLC CGIL “Servono tutele per i lavoratori, continua la battaglia contro i call center sottoscala. Governo agisca”

Esiste differenza tra la dignità dei lavoratori dell’Ilva e quelli di Almaviva? Accogliamo positivamente la reazione decisa del Ministero dello Sviluppo Economico di fronte alla inaccettabile proposta di Mittal che uccide diritti e salari dei lavoratori e dei dipendenti dello stabilimento siderurgico, ma non dimentichiamo che lo stesso Governo, a dicembre dello scorso anno ha avallato le altrettanto inaccettabili proposte di Almaviva. Pretendiamo lo stesso rispetto per quelle migliaia di giovani lavoratori abbandonati dallo Stato. Perché un call center che rispetta le regole e i diritti dei lavoratori può essere davvero un’occasione per i giovani».

È la dura presa di posizione di Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil di Taranto che durante l’iniziativa intitolata «Il lavoro nei call center, una reale opportunità per i giovani» ha snocciolato i numeri dell’azione sindacale contro i «call center da sottoscala» nel territorio ionico e ha voluto richiamare l’attenzione sulla vicenda romana e su quelle migliaia di donne e uomini che non hanno sentito accanto il sostegno dello Stato italiano. «Vogliamo fermamente ribadire – ha specificato Lumino –  che la scelta del Ministero di rifiutare quelle condizioni è stata assolutamente encomiabile e vogliamo sottolineare che ci aspettiamo la stessa fermezza nei confronti delle altre realtà occupazionali: lo Stato non può agire come se ci fossero lavoratori di seria A e di serie B. Vogliamo le massime tutele per tutti i lavoratori».

E proprio di rispetto delle regole nei call center si è parlato nell’iniziativa che si è svolta nel Salone degli specchi del Comune ionico. Tutti d’accordo, sindacati e associazioni datoriali, nell’affermare che non c’è alternativa al rispetto di accordi che a ben vedere tutelano tutte le parti.

Paolo Sarzana di Assocontact ha manifestato la «massima disponibilità nel combattere anche le aziende nostre associate che non rispettano le regole» e sottolineando che «è necessario che anche i committenti facciano la loro parte».  Anche Laura Di Raimondo di Asstel ha confermato che «vanno valorizzate le imprese che  seguono un percorso virtuoso di consolidamento industriale e che rispettano le regole, lontano dal sistema del “mordi e fuggi” favorito dagli incentivi. È un settore industriale a tutti gli effetti – ha aggiunto Di Raimondo – in cui sono stati fatti passi storici: l’accordo sui lavoratori a progetto del luglio scorso è il primo accordo nazionale che disciplina collettivamente i lavoratori di un settore. È una svolta politica ed economica che mai si era vista a viale dell’Astronomia».

Per Giovanni Battafarano segretario nazionale «Lavoro e Welfare», si tratta «di una battaglia civiltà quella che si sta portando su Taranto». l’ex senatore ha voluto tributare un plauso «all’ iniziativa di contrasto che il sindacato Slc Cgil sta facendo» e ha defintito «positiva la proposta di protocollo da far sottoscrivere anche alla Prefettura per coinvolgere le forze dell’ordine». Battafarano, infine, ha annunciato che «in commissione Lavoro della Camera non si convocano più coloro che sottoscrivono accordi pirata». Paolo Peluso, segretario generale dell Cgil di Taranto ha sottolineato la «grandissima attenzione del sindacato confederale su un settore che rappresenta a Taranto la seconda realtà lavorativa dopo Ilva: sosteniamo i lavoratori nella battaglia per favorire la regolamentazione del settore e tirarli fuori dai sottoscala». Le conclusioni dell’evento sono state affidate a Marco Del Cimmuto, segretario nazionale Tlc Slc Cgil secondo il quale «la politica deve intervenire e non può giocare con ambiguità: servono provvedimenti incisivi e concreti, non di immagine: oggi – ha specificato Del Cimmuto – il codice di autoregolamentazione del Ministero dello Sviluppo Economico è stato solo immagine. Così come la legge sul telemarketing: non si può fare “propaganda politica” sulla pelle delle persone mentre sembrano diventare sempre più concreti migliaia di esuberi».

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