Questo Primo Maggio è dedicato a tutti i lavoratori che hanno mantenuto vivo il Paese

Formulare un pensiero legato al Primo Maggio oggi è particolarmente difficile. Molte categorie di lavoratori sono a casa con il feroce di dubbio se per loro ci sarà, e quanto una ripartenza. Lavoratori dipendenti e autonomi che dalle macerie di questo tempo dovranno trovare la forza e il coraggio di rialzarsi. Altri lavoratori alle prese con un lavoro che è cambiato e li ha obbligati ad una piccola rivoluzione delle loro esistenze.

Sono le persone a cui va il pensiero e l’azione costante di tutta la CGIL.

Ma questo Primo Maggio va intestato, va dedicato, all’impegno di quei lavoratori che anche a rischio della propria salute e della propria vita hanno continuato a mantenere vivo il paese.

Al personale sanitario, a cui va la nostra più profonda gratitudine, per aver continuato a lavorare spesso in condizioni di precaria sicurezza. Ma anche a tutta una categoria di lavoratori che fino a ieri credevamo invisibili. Quelli che la mattina ci facevano trovare le strade pulite o gli scaffali dei supermercati pieni. Quelli che trasportavano persone e merci da un capo all’altro del paese. Quelli che non vedevamo ma si occupavano dei nostri anziani, dei nostri disabili, delle famiglie svantaggiate o del nostro bisogno di sicurezza.

Hanno sofferto la difficoltà di un mondo che cambiava, aveva paura, si chiudeva, ma a cui loro dovevano continuare a dare risposte. Gli occhi di quei lavoratori, dietro le mascherine, hanno incontrato finalmente i nostri, e finalmente ci siamo resi conto di quanto importante fosse la loro presenza.

Un Primo Maggio, quest’anno, in emergenza sanitaria, che ci costringe a riguardare in faccia il lavoro e la sua urgenza di sicurezza, e a ridare vitale importanza a ciò che per troppo tempo abbiamo ferito con tagli e ridimensionamenti. Non solo la sanità pubblica, ma anche l’istruzione. La scuola e l’università che oggi mancano nelle vite dei nostri ragazzi, ma anche negli equilibri e nella prospettiva di futuro del nostro paese.

Il primo maggio è dedicato a loro, e a tutti noi. Perché quello del 2020 si possa ricordare come la Festa dei lavoratori in cui proprio loro, finalmente, tornarono protagonisti.

Viva la nostra Repubblica democratica fondata sul lavoro, Viva il Primo maggio.

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