Gli effetti di questa pandemia probabilmente li vedremo alla lunga. Gradatamente stiamo assistendo allo svelamento delle “povertà” umane che spesso nulla hanno a che fare con le questioni di censo.
E’ il caso dell’increscioso attacco all’intelligenza collettiva, al senso di responsabilità e al rispetto delle istituzioni che ha visto coinvolti, loro malgrado, i vertici dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani di Taranto.
Nel caso specifico ci riferiamo a un lavoratore dell’Ufficio Scolastico Provinciale raggiunto da un procedimento disciplinare, solo dopo che una figura apicale del suo ufficio avrebbe scoperto il suo ruolo di vice-presidente dell’ANPI.
La sua colpa sarebbe tutta insita alle sue mansioni: aver istruito una pratica sulla condotta di un professore di storia che sui social si sarebbe lasciato andare ad esternazioni assolutamente inappropiate. Attacchi violenti alle istituzioni per le prescrizioni anti-covid con inviti ai “baci e abbracci” da scambiarsi senza paura malgrado la pandemia, e un post pubblico in cui senza troppe cerimonie parlava dei partigiani come “vigliacchi e assassini”
Alla “colpa” di lavoratore ligio al suo dovere si sarebbe aggiunta anche la lettera scarlatta di figura apicale dell’Associazione che riunisce i valori attorno alla Resistenza.
Così al posto di punire il docente per cui si era istruito il richiamo, oggi c’è il vice presidente dell’ANPI sul podio degli imputati.
A tutta l’ANPI e a questo lavoratore in particolare, tutta la nostra solidarietà.