Ilva: La Cgil di Taranto scrive al Sindaco Melucci

La scrivente Segreteria non può che apprezzare la determinazione con cui ha reagito agli effetti devastanti causati dal forte vento del 23 u.s. sul quartiere Tamburi e la ferma volontà di utilizzare appieno i poteri conferitigli dalla Legge quale massimo responsabile della tutela della salute dei cittadini di Taranto.

Tuttavia, su un punto la scrivente esprime grande preoccupazione. Non è affidandosi alle carte bollate che si può affrontare in modo convincente e vincente la questione della tutela ambientale contemperata con quella della salute.

Come dimostrato anche da recenti vicende, il ricorso ai tribunali amministrativi, ancorché legittimo, rischia di ottenere effetti perversi allungando i tempi di realizzazione di opere a fronte di sentenze contrarie o parziali sulla natura del contendere.

Affidarsi ai Tribunali è importante, ma poi però bisogna attendere i tempi della giustizia, mentre Taranto tempo a disposizione non ne ha più. La battaglia, pertanto, è tutta politica. E se è vero, come è vero, che nessuno di noi è più disposto a tollerare morte e inquinamento, è necessario comporre un fronte unico con l’obiettivo di modificare procedure e norme di carattere nazionale che rendono spesso debole l’iniziativa degli Enti Locali in una materia così complessa.

Su questo terreno la CGIL e la FIOM di Taranto, unitamente alle rispettive nazionali, sono impegnate a chiedere con forza l’inserimento nell’AIA ILVA della Valutazione del Danno Sanitario, nonché la richiesta di conoscere puntualmente il piano ambientale che Arcelor Mittal intenderà eseguire in particolare a Taranto, qualora dovesse aggiudicarsi definitivamente la proprietà dello stabilimento siderurgico, anche per determinare una più rapida esecuzione degli interventi. Ciò, peraltro, legittima pienamente la presenza delle Istituzioni Locali al tavolo di confronto nazionale.

Alcuni fatti supportano le nostre posizioni e giova citarne alcuni.

Il primo. Si è chiusa alcuni mesi fa la revisione dell’AIA già rilasciata per l’ENEL di Brindisi. In sede di Conferenza dei Servizi il Ministero della Salute e l’allora Sindaca del Comune di Brindisi hanno assunto un fermo rifiuto ad accettare le modifiche all’AIA senza che fosse prevista nella stessa la Valutazione del Danno Sanitario. La vicenda si è chiusa, davanti al Dipartimento per la soluzione delle controversie tra Ministeri presso la Presidenza del Consiglio con una soluzione assolutamente parziale, ma significativa. Il Ministero dell’Ambiente ha accettato di inserire nell’AIA nuovi limiti emissivi più stringenti e ulteriori prescrizioni per l’ENEL stessa.

Il secondo. La recente sentenza della Corte Cosituzionale (n.182/2017) – in merito al ricorso presentato da Regione Puglia per la dichiarazione di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 1, lett. b) del decreto-legge 9 giugno 2016, n. 98 (Disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA), convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2016, n. 151, per aver escluso la stessa Regione dalle procedure finalizzate alle modalità di modifica o di integrazione del «Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria» – nel motivare il respingimento del ricorso suddetto, ha inoltre chiarito che:

“la domanda di autorizzazione presentata dall’aggiudicatario «è resa disponibile per la consultazione del pubblico sul sito del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per un periodo di trenta giorni, ai fini dell’acquisizione di eventuali osservazioni» e … Tale forma di partecipazione è aperta, ovviamente, a un’ampia platea di soggetti e in questa sede anche la Regione, portatrice di un interesse qualificato in tale ambito, è messa in grado di esprimere le proprie autorevoli osservazioni”;
È “prevista l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di «un coordinamento tra la regione Puglia, i Ministeri competenti e i comuni interessati con lo scopo di facilitare lo scambio di informazioni tra dette amministrazioni in relazione all’attuazione del Piano […], ivi comprese le eventuali modifiche o integrazioni»”.
Il terzo. Il Consiglio federale Ispra, nel 2015, ha approvato le linee-guida VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto Ambientale e Sanitario). Tuttavia, finora non sono state mai applicate.

Esistono, quindi, tutte le condizioni per poter esercitare una forte e auspicabilmente condivisa pressione ‘politica’ per determinare una cambiamento delle norme nazionali che limitano l’integrazione delle politiche ambientali e sanitarie che consentirebbero un vero cambio di passo nelle vicende che ci troviamo ad affrontare.

La CGIL di Taranto è disponibile e, anzi, richiede di costituire un fronte comune, per condurre questa battaglia e, a tal fine, Le chiede un incontro urgente al fine di poter meglio illustrare la propria proposta e condividere azioni e percorsi.

Nel salutarLa cordialmente, si attende cortese riscontro,

Paolo Peluso

Segretario Generale CGIL Taranto

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