Lunedì / venerdì - ore: 9.00 / 12.30 - 16.00 / 18.30

Vertenza FATA LOGISTIC 4 ore di sciopero contro l’assenza di un Piano Industriale sul futuro dell’azienda

Senza prospettiva, senza certezza, senza diritto. Sono queste le ragioni per cui il 9 febbraio prossimo la FIOM e il NIDIL CGIL hanno indetto 4 ore di sciopero dentro tutti i siti dove opera la Fata Logistic, l’azienda che ormai da anni per il Gruppo Leonardo (già Finmeccanica) svolge attività di logistica integrata all’interno del centro di produzione Grottaglie.
Vi è una grande incertezza di fondo – spiega Daniele Simon, segretario generale del NIDIL CGIL di Taranto, che rappresenta il mondo dei somministrati all’interno di quell’azienda.
Se è già difficile inquadrare la situazione in termini di prospettiva e piano industriale per i diretti con contratto metalmeccanico – dice ancora Simon – è ancora più complicata la situazione dei 70 lavoratori che da oltre 5 anni lavorano sottoposti alla precarietà di un contratto in somministrazione che non consente di avere nessun tipo di garanzia per il presente e per il futuro.
Una condizione paradossale se si considera che la Fata Logistic per il Gruppo Leonardo nel sito di Taranto svolge le sue attività con una forza lavoro composta da settanta lavoratori diretti e altrettanti con contratto atipico.

La vertenza con Fata Logistic  sta mettendo alla luce quanto dietro i proclami e gli impegni non ci sia assolutamente nulla di chiaro e di concreto per la salvaguardia di centinaia di posti di lavoro – spiega Giuseppe Romano segretario Generale della Fiom – è necessario chiarire il futuro di questa società, comprenderne la strategicità anche ai fini del mantenimento della FATA all’interno del recinto del Gruppo madre.

Si sarebbe dovuto procedere alla stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione com’è nella natura stessa di un tipo di contratto che per 5 anni ha reso funzionali e organici quei lavoratori esattamente come i settanta diretti – sottolineano Simon e Romano  – mentre siamo ancora nell’impossibilità di discutere  un piano industriale che garantisca prospettive e stabilità.

Le 4 ore di sciopero sono un primo passo – sottolinea Romano –  siamo pronti ad intraprendere altri strumenti di lotta anche di carattere giudiziale per vedere risolta una situazione che si protrae orami da troppi anni.

Precedente Lamusta: “L’emergenza non si affronta solo con i contributi. Restiamo ancora in attesa di incontro”

CGIL Taranto – Privacy Policy – Made in Farweb