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42 anni di lavoro in Arsenale e accanto ai lavoratori. Grazie Lorenzo!
Dopo 42 anni all'interno dell'Arsenale di Taranto, festeggia il suo pensionamento Lorenzo Caldaralo, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL di Taranto.
Era il 1980 quando varcava il cancello di uno degli stabilimenti militari più importanti d'Italia e da allievo operaio prima, a dirigente sindacale, passando per gli anni difficili dell'Arsenale a rischio chiusura, non ha mai fatto mancare il suo sostegno alla causa dei lavoratori.
La sua storia è la storia del movimento operaio tarantino, tramandata negli anni dall'eredità dei vecchi "arsenalotti" che ruolo e protagonismo ebbero anche durante la lotta antifascista.
Alla cerimonia, svoltasi nell'antica sala a tracciare dell'Arsenale di Taranto, erano presenti oltre a tanti colleghi e compagni di officina, i dirigenti sindacali di CGIL, CISL e UIL, anche il direttore dell'Arsenale, l'Ammiraglio Pasquale De Candia e il Comandante del Comando Marittimo Sud, l'Ammiraglio di Divisione, Salvatore Vitiello. -
Sanità. Sit in di protesta della CGIL sotto la sede dell'ASL di Taranto
Sono felice che oggi siano qui le organizzazioni sindacali della sanità ma anche tutte le altre categorie. Tutte unite per fare la medesima rivendicazione. Perché chiedere qualità del lavoro degli operatori sanitari è fornire garanzia di qualità delle prestazioni anche per tutti i cittadini.
Così Maria Teresa Coppola referente per i medici e la dirigenza sanitaria per la FP CGIL di Taranto, che oggi su iniziativa della CGIL di Taranto, ha partecipato al sit-in di protesta sotto la sede dell’ASL di Taranto.
Siamo spremuti come limoni – conferma Irene Gigante, tecnico di laboratorio dell’ASL di Taranto, che in camice raggiunge il luogo della protesta.
Ci sarebbero stati qui anche tutti i colleghi medici e della dirigenza – spiega la Coppola – ma non possiamo permetterci di assentarci neanche quando si tratta di rivendicare i nostri diritti.
Così mentre la ASL apre finalmente una discussione con le organizzazioni sindacali in vista degli ingenti investimenti che riguarderanno l’utilizzo dei fondi del PNRR, c’è una sanità fatta di carne e ossa che oggi lancia il suo grido di allarme.
Siamo pochi, sottodimensionati, impossibilitati ad andare in ferie, a rispettare i turni di riposo, a chiedere un congedo parentale per assistere caso mai figli o genitori in condizioni di invalidità – spiegano – siamo il prodotto di anni di tagli e disorganizzazione che oggi esplodono con tutta la veemenza possibile.
Ci fa piacere che la ASL abbia aperto questa interlocuzione con le rappresentanze dei lavoratori – spiega ancora Maria Teresa Coppola – ma il problema è che nel PNRR si parla sempre e solo di nuove strutture, e neanche un euro si destina al personale.
Sappiamo che è una strada impervia e difficile – dice il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso – ma non possiamo mollare la presa, considerato che su questo fronte si gioca il benessere di una intera comunità già provata da pandemie e crisi. Occorrerà sforzarsi riprendendo, caso mai, il bandolo della medicina di prossimità e attivando nuovi processi organizzativi, con il risultato che sia gli operatori sanitari che i cittadini possano ritrovare una sanità giusta e dignitosa. -
CAPACI E D'AMELIO. 30 ANNI DA UNA STORIA DA NON DIMENTICARE
Il 23 maggio 1992 - Nei pressi di Capaci (Palermo) Cosa Nostra uccide con 500 chili di tritolo, il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Il 19 luglio 1992 - All'altezza del numero civico 21 di via Mariano D'Amelo (Palermo), Cosa Nostra uccide il magistrato antimafia Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Nuli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
"Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non vanno ricordati come eroi - dice il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso - ma come rappresentanti di valori sempre attuali come la democrazia, la legalità e la libertà. Valori che devono permaere il comportamento di ciascuno di noi, e soprattutto degli uomini e delle donne delle istituzioni e della pubblica amministrazione, per non favorire quel terreno di coltura che ha consentito e consente alla mafia e alla criminalità organizzata, di integrarsi nell'economia e nel tessuto sociale. In Italia, in Puglia e a Taranto".
Oggi dalle 15.00 in diretta sui canali social della CGIL di Taranto e su Collettiva.it la diretta di "Insieme per la legalità" con il segretario nazionale della CGIL, Giuseppe Massafra, la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, il presidente dell'autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giovanni Melillo e il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini. -
A Rai News 24 la proposta della FILLEA CGIL sul polo per l'idrogeno verde nell'ex Cementir
Mentre Acciaierie d’Italia dichiara di avere ancora dieci anni davanti per cambiare registro rispetto alla decarbonizzazione e la Regione Puglia ha per ora solo firmato un progetto bandiera con il Governo, c’è una vertenza che da sempre per la CGIL rappresenta il paradigma della possibilità di un cambiamento possibile.
E’ la vertenza degli ex lavoratori di Cemitaly, già Cementir, che a settembre termineranno la Cassa Integrazione che fino ad ora li ha tenuti legati alla speranza di un possibile reimpiego.
Rai News 24 è venuta a Taranto per approfondire la proposta della FILLEA CGIL, che invita la Regione Puglia a far presto e candidare quel sito in dismissione a polo per la produzione di idrogeno verde.
L’idrogeno potrebbe essere una risposta alle problematiche ambientali, produttive e occupazionali, ma occorre far presto – dice il segretario generale della FILLEA CGIL di Taranto, Francesco Bardinella - e mentre tutto sembra proiettato verso il futuro, noi sappiamo per certo solo la data di scadenza degli ammortizzatori sociali di questi 45 lavoratori.
Il principio espresso dalla CGIL è semplice: è solo il nuovo lavoro quello che garantisce una effettiva transizione energetica ed ecologica, ecco perché la proposta del polo per la produzione di idrogeno verde in un sito industriale dismesso deve avere questa doppia valenza: promuovere l’occupazione e traguardare l’obiettivo delle bonifiche, e del rispetto della salute e dell’ambiente.
Il 21 giugno ci sarà il prossimo incontro con la task force al lavoro della Regione Puglia e la FILLEA CGIL candida la vertenza Cementir e il sito dell’ex cementiera ad essere il luogo simbolo della transizione ecologica. -
Agricoltura. Il grido d'allarme: "il bonus non mettetelo in busta paga. Il padrone non ce lo darà!"
Dopo aver toccato le piazze di raccolta di Grottaglie, stanotte la FLAI CGIL con il suo mezzo elettrico approda nella piazza di San Marzano di San Giuseppe per la terza tappa dei tour dei diritti del Sindacato di Strada.
Oggi i lavoratori agricolo incontrati hanno lanciato un grido dall’allarme.
"Abbassate l'età pensionabile perchè il nostro lavoro è usurante e non riusciamo ad andare in campagna da vecchi" - hanno detto.
Poi il timore di una rapina continua sui loro salari.
Dicono, parlando del bonus di 200 euro previsto per ogni lavoratore: "non fatelo mettere in busta paga altrimenti il padrone non ce lo darà, ci obbligherà a restituirlo. Per piacere chiedete all'INPS di erogarlo direttamente". -
Piano Triennale Personale Comune di Taranto. Intervista ad Anna Marra FP CGIL
Questo piano del fabbisogno del personale al Comune di Taranto non legge davvero il fabbisogno della cittadinanza. Tutte le assunzioni in un Comune che ha la metà dei suoi dipendenti (ad oggi 712 su organico previsto di di 1530) sono provvidenziali, ma non si interviene soprattutto sui settori a rischio, come l’Avvocatura, i vigili urbani, l’ambito culturale, i servizi sociali o gli asili nido, contravvenendo alla più elementare delle funzioni della Pubblica Amministrazione: assicurare l’universalità del servizio pubblico a tutti, dal ricco al povero.
Tiziana Ronsisvalle e Anna Marra, rispettivamente segretaria della Funzione Pubblica CGIL di Taranto e segretaria aziendale al Comune di Taranto, per la stessa sigla sindacale, non hanno dubbi: oltre alle dichiarazioni d’intenti non si investe sulla macchina amministrativa e sui servizi al cittadino.
Nella conferenza stampa di questa mattina le due esponenti sindacali fanno il punto, infatti, sul Piano Triennale del personale al Comune di Taranto, varato ufficialmente nei giorni scorsi dal Commissario Prefettizio Cardellicchio, ma che mutua la tendenza degli ultimi anni.
Parlare della macchina comunale significa parlare dei suoi dipendenti, ma anche dei servizi che sono chiamati a rendere ai cittadini – spiega la Ronsisvalle – per questa ragione la nostra piattaforma rivendicativa sarà consegnata all’agenda di tutti coloro che hanno deciso di candidarsi a sindaco.
Tocca ad Anna Marra elencare i vuoti che il nuovo Piano Triennale ancora una volta non tiene in considerazione.
Nei servizi sociali che sono il cuore pulsane delle sofferenza di questa città, degli ultimi – spiega – continueranno a mancare gli psicologi e altri andranno in pensione nei prossimi anni.
E’ con queste armi spuntate che andremo al tavolo che discuterà il prossimo Piano Sociale di Zona che decide ad esempio l’assistenza alle famiglie in difficoltà – dichiara Tiziana Ronsisvalle – oppure l’assistenza ai disabili.
Poi c’è l’avvocatura comunale con un carico di contenziosi che va dall’amministrativo al penale.
Quì – dice la Marra – operano solo due avvocati, circondati da un organico sempre più esiguo. E così il Comune in molti casi è costretto a esternalizzare.
Difficoltà anche nel settore Urbanistica, Lavori Pubblici e Patrimonio.
Si fa tanto parlare del PNRR e di progetti avveneristici – commenta ancora la segretaria aziendale del Comune – ma nei settori tecnici scontiamo una carenza di personale drammatica che non è coerente con gli annunci di rilancio.
L’immagine che la Marra evoca in conferenza stampa è quella delle stanze chiuse.
Quando dipendenti comunali vanno in pensione si chiudono le stanze e le competenze di questi diventano un carico di lavoro per qualcun altro – dice.
Difficoltà per la Funzione Pubblica CGIL si registrano anche nell’ambito culturale.
Che senso ha fare un contenitore polifunzionale come la Biblioteca Acclavio – commenta la Marra - e poi non metterci dentro personale qualificato per quelle funzioni, a cui non si offre un’adeguata formazione. Oppure lasciare che il patrimonio di memoria e storia dell’Archivio storico del Comune venga lasciato a marcire in un capannone industriale?
C’è poi il capitolo Vigili Urbani.
Siamo contente che se ne possano assumere 60 – dicono Marra e Ronsisvalle – a patto che si pensi ad una diversa geografia territoriale che passi per una viabilità sostenibile e realmente fruibile. Taranto ha bisogno di vigili urbani anche per strada o all’annona e non solo negli uffici.
Per questo come CGIL avevamo anche avanzato un proposta che innestava il tema delle forze di polizia municipale in un contesto più ampio come la revisione della mobilità urbana, la sostenibilità del traffico veicolare oppure – continua Tiziana Ronsisvalle – la flessibilità negli orari di ingresso del personale comunale, che avrebbe consentito non solo di decongestionare il traffico ma assicurare tempi più lunghi di apertura degli sportelli.
Infine il capitolo asili nido su cui pesa anche il destino di 54 educatrici che hanno regolarmente vinto un bando di gara comunale.
Dovevano essere il nostro fiore all’occhiello ma sono diventati pian piano poco competitivi per scelte di completo disinvestimento sul piano dell’offerta educativa – dicono le due esponenti della FP CGIL – 6 asili sono rimasti pubblici, altri tre sono stati esternalizzati e dati ai privati, mentre il Piano Triennale annuncia che fino al 2024 solo una educatrice di quella graduatoria pubblica potrà iniziare a lavorare.
Avevamo chiesto un confronto – conclude la Ronsisvalle – perché come dipendenti comunali abbiamo il polso della situazione, sappiamo cosa chiedono i cittadini, ma evidentemente si è pensato di proseguire lungo il solco della completa assenza di relazioni sindacali. Attendiamo dai candidati sindaco un cenno di risposta! -
Stragi di Capaci e di via D'Amelio. 30 anni
“Sono trascorsi trent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. Trent'anni fa la mafia ha pensato che uccidendo quelle donne e quegli uomini, simbolo della lotta a Cosa nostra e del contrasto a tutte le mafie, avrebbe messo fine a quella grande voglia di riscatto e dignità che rappresentavano per tutto il Paese. Invece si sono sbagliati: quelle idee, quei valori hanno continuato a camminare sulle nostre gambe e sono stati riferimento importante per la Cgil e per tutto il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori”. Ad affermarlo, in un videomessaggio sulla pagina di Collettiva, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.
“Contrastare le organizzazioni mafiose, le loro infiltrazioni nell’economia sana del Paese - sottolinea Landini - significa battersi per la dignità del lavoro, per la salute e la sicurezza dei cittadini, per garantire diritti e tutele a tutte e a tutti, come dice la nostra Costituzione”.
“La Cgil c’è, e sarà ovunque si lavorerà per contrastare le mafie e per rivendicare giustizia e legalità. È nel nostro dna battersi con atti concreti, questo è il modo migliore per onorare chi ha perso la vita nelle stragi e sostenere tutti quelli che oggi, ogni giorno, rischiano di perderla per sconfiggere la mafia nel nostro Paese. A loro - conclude il segretario generale della Cgil - un grande grazie e l’impegno certo che la Cgil continuerà a essere a loro fianco”. -
“INCAZZATI A NERO”. SOS dal mondo dei giovani pugliesi
Sconfortati quando pensano al lavoro e decisi ad andare via
Il quadro emerge dai dati parziali della ricerca condotta dalla Rete Studenti Medi
“Mi hanno prima preso a schiaffi e poi mi hanno sequestrato il telefono”.
“Quando lavoravo in Italia, ero una stagionale, ho subito violenza ma ho denunciato”.
“Quando lavoravamo al bar ci chiamavano “femminucce” per tutto il tempo”.
“Il mio titolare mi chiamava “amore” e faceva battutine continue sul mio corpo”.
“Non ho mai letto il mio contratto. Mi avevano detto che lo mandavano in posta ma non l’ho mai ricevuto”.
Sono alcune delle testimonianze raccolte nell’ambito del questionario “Incazzati a nero”, che già dallo scorso mercoledì viaggia on line, prodotto dalla Rete Studenti Medi di Taranto, Martina Franca e Cisternino.
Questa mattina in CGIL a presentare l’iniziativa c’erano Matteo De Robertis, Gabriella Minzera e collegato da Padova, Paolo Notarnicola, della Rete Studenti Medi.
Per la CGIL è intervenuto, invece, il segretario della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, il segretario del NIDIL CGIL, Daniele Simon e Viviana Lusso della FLC CGIL.
Siamo la casa dei diritti e delle tutele dei lavoratori e questa ricerca della RSM che indaga proprio il rapporto tra giovani e mondo del lavoro non poteva che trovarci disponibili a un confronto e una collaborazione che parte proprio dalla necessità di fornire a questi ragazzi la cassetta degli attrezzi per potersi difendere da sfruttamento e precariato – dice D’Arcangelo.
I primi dati parziali raccolti in tre giorni di somministrazione on line raccontano di una Puglia che ai suoi cittadini più giovani non appare l’Eldorado proposto in chiave turistica.
Il 77% di loro è disposto, infatti, ad abbandonare per sempre la sua terra natia. E di questi il 40% a lasciare l’Italia.
Il 20% dei ragazzi che hanno compilato il questionario ha avuto esperienze di lavoro che li impegnava 7 giorni su 7, il 50% dai 5 ai 6 giorni.
Il 36% ha lavorato per più di 8 ore al giorno, e per i 2/3 di loro il lavoro era rigorosamente “in nero”.
Quelli che testimoniano di aver lavorato con un contratto nel 20% dei casi non lo hai mai visto o ricevuto.
Poi il rapporto tra scuola e mondo del lavoro. Nel questionario si chiede ad esempio quanta coerenza con il proprio percorso di studi avevano ritrovato nelle mansioni che avevano svolto. Il 62% risponde di aver fatto ben altro rispetto alla formazione ricevuta.
Giudizio negativo è stato espresso dai ragazzi anche sui PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) ovvero l’ex alternanza scuola-lavoro.
Il 40% trova questi percorsi di nessuna utilità. Il 30% di poca utilità.
Ma il dato che vorremmo arrivasse all’attenzione di chi ha il potere di decidere anche la programmazione dei fondi europei è quella che viene fuori dalle risposte alla domanda su “che sentimenti provano i ragazzi quando pensano al mondo del lavoro” – dice D’Arcangelo – perché il 59% di loro prova sconforto, e il 25% prova rabbia.
Il campione a cui fa riferimento attualmente la ricerca è di circa 200 ragazzi. Il 50% di loro ha tra i 18 e i 25 anni, il 33% dai 16 ai 17, ma addirittura il 15% ha meno di 15 anni.
I giovani non sono i bamboccioni e non sono quell’idea romantica del ragazzo a bottega che sta lì per imparare – dice Matteo De Robertis della Rete Studenti Medi – I giovani in questa regione sono ad esempio i motori che tengono in piedi il turismo, la balneazione, che lavorano nei cantieri edili, in campagna, o nel commercio, e contribuiscono al PIL di questo territorio.
Giovani che anche a 13 anni, specie in aree svantaggiate, sono costretti a contribuire al budget famigliare – spiega Viviana Lusso, della FLC CGIL – e che spesso arrivano a scuola già instradati e condannati allo sfruttamento, e su cui spesso non si è in grado di intervenire anche con una contrattazione sociale adeguata.
Dati che sfuggono al controllo – continua Daniele Simon, del NIDIL CGIL – perché mentre l’ISTAT parla di un aumento dell’occupazione, fotografa anche il dato preoccupante dell’aumento dei contratti precari, ma probabilmente non riesce a intercettare i dati del lavoro nero come quello che questi ragazzi oggi stanno raccontando.
Il questionario è disponibile on line all’indirizzo: http://bit.ly/3KJMJ99, sulla pagina Instagram della Rete https://www.instagram.com/incazzat3.a.nero/
Il questionario sarà presente anche sul sito internet della CGIL di Taranto: www.cgiltaranto.it e sulla sua pagina Facebook.
Al termine della ricerca sarà redatto un report dettagliato e presentato un piano di formazione e confronto con le istituzioni territoriali. -
A Taranto sciopero nell'ex ILVA
La parola ai lavoratori nel primo di una serie di presidi che i sindacati di categoria dei metalmeccanici preannunciano di fronte ad una situazione diventata ormai insostenibile.
“Non è possibile gestire una fabbrica così complessa attraverso il massiccio utilizzo della cassa integrazione, con un’assenza di programmazione di manutenzione ordinaria e straordinaria e una crisi sempre più dilagante per i lavoratori dell’appalto che pagano il prezzo più alto in termini di ritardi sugli stipendi e di avvio di procedure di cassa per cessazione di attività” – dicono dalla FIOM CGIL.
Lo sciopero scattato alle 7 di questa mattina si protrarrà per le prossime 24 ore e coinvolgerà i dipendenti di Acciaierie d’Italia (ex ILVA), di ILVA in amministrazione straordinaria e le aziende dell’indotto e appalto.
In questo video l’accoglienza davanti alle portinerie dell’a.d. di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli. -
Per noi e per chi verrà. Primo Maggio tra gli ex Cementir
Dal 2013 costretti a casa, i 45 lavoratori dell'ex Cementir, raccontano il loro Primo Maggio e nutrono il sogno di tornare a festeggiare da lavoratori.
Con la cassa integrazione per cessazione di attività ormai alla fine, consegnano alla città di Taranto il loro contributo di speranza: fare dell'ex stabilimento nella zona industriale un polo di eccellenza per la produzione di idrogeno verde.
Studiano da mesi le misure del PNRR e dicono: "Quel bando è una occasione. Non sappiamo se riusciremo in questa lotta e se torneremo ad essere occupati in questo stabilimento, ma forse avremo dato una speranza alle future generazioni".
Il nostro racconto è il contributo della CGIL di Taranto, che grazie al sostegno della FILLEA CGIL di Taranto, chiede di tornare a un Primo Maggio per il lavoro e per la pace. -
Oltre il San Cataldo. Parlano i lavoratori della sanità tarantina
“Dare valore a chi cura, e non bastano nuove strutture. Serve valorizzare il personale che l’emergenza sanitaria la vive tutti i giorni sulla propria pelle”.
Mimmo Sardelli, responsabile Sanità della Funzione Pubblica CGIL, non ha dubbi: “Il San Cataldo, sarà una risposta, solo quando all’ASL di Taranto si sarà in grado di dare un segnale di discontinuità con la disorganizzazione e le opacità del passato”.
L’esponente sindacale, in conferenza stampa questa mattina insieme al Segretario Generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso e il segretario generale della Funzione Pubblica tarantina, Lorenzo Caldaralo, presentando la piattaforma rivendicativa dei candidati RSU FP CGIL nel settore della sanità, preferisce però far parlare i protagonisti.
Siamo stanchi del sostantivo “eroe” – dice Cosimo Laneve, OSS – e siamo stanchi di essere costretti a lavorare ai limiti della sicurezza e in forte carenza di personale, perché la qualità del nostro lavoro corrisponde alla qualità dell’offerta rispetto ai bisogni di salute della cittadinanza.
In vista del nuovo presidio ospedaliero la sfida più importante riguarda la trasparenza in tutti gli ambiti organizzativi, ma anche la formazione.
La Funzione Pubblica non a caso in queste ore ha fatto partire una richiesta urgente rivolta al direttore generale dell’ASL di Taranto per conoscere dettagliatamente la condizione di stabilizzazione del personale e dei dirigenti medici con contratti a tempo determinato – spiega Lorenzo Caldaralo, segretario della FP CGIL – un atto di trasparenza che ci augureremmo anche sul fronte delle progressioni di carriera e sul piano delle mobilità.
Mobilità che sarebbe gestite, secondo il tecnico radiologo Michele Plantamura, ancora con troppi punti d’ombra.
Quei processi andrebbero messi alla luce del sole – spiega – anche ricorrendo ad esempio alla creazione di un portale di informazione on line che indichi le graduatorie, così com’è previsto da regolamento aziendale, partendo dai punteggi dei singoli candidati.
Trasparenza che ha spinto la stessa sigla della CGIL a chiedere l’applicazione della Legge sulla trasparenza negli atti pubblici.
Un processo di riforma che è la vera risposta di sanità pubblica che tutti auspicheremmo – sottolinea Mimmo Sardelli.
La sfida è nella trasparenza ma anche sul rispetto della dignità di ogni singolo lavoratore.
La formazione aperta a tutti e da realizzare in orari di lavoro – dichiara l’infermiera Stefania Marturano.
E i carichi di lavoro distribuiti equamente sulla base di un fabbisogno che metta nelle condizioni il personale di operare al meglio – sottolinea invece l’infermiera Alessia D’Amico.
Oggi sentiamo finalmente parlare di sanità pubblica – ha dichiarato il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso – dopo anni di sbilanciamento sproporzionato verso una sanità privata che ha impedito, di fatto, una capacità di reazione forte di fronte all’emergenza pandemica.
Poi tornando sul tema dell’erigendo San Cataldo.
Noi ci auguriamo che quel nuovo ospedale diventi davvero una infrastruttura adeguata a rispondere alle esigenze sanitarie tarantine e pugliesi – conclude Peluso – ma per farlo, oltre ai muri, alle sale, ai macchinari, servirà personale all’altezza di quella sfida e una rete territoriale che non è fatta solo di nosocomi ma anche di presidi di prossimità che a quei bisogni di salute dovranno rispondere. Ci auguriamo che i fondi del PNRR possano essere utilizzati sulla base di questa nuova impostazione. -
Rinnovo RSU. La FLC CGIL a sostegno dei luoghi di ricerca
Oggi con le telecamere della CGIL entriamo nella sede di Taranto dell’IRSA nata nel 1914 come Laboratorio Demaniale di Biologia Marina del Ministero delle Finanze. Nel 1940 passa al CNR, assumendo la denominazione di Istituto Sperimentale Talassografico “A. Cerruti”, in onore del suo fondatore. Nel 2001 diviene Sezione dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero e dal settembre 2018 è Sede Secondaria dell’IRSA.
L’attuale attività di ricerca si sviluppa nei settori dell’Algologia, Biologia ed Ecologia Marina, della Chimica Ambientale, della Microbiologia ed Ecotossicologia, con risvolti applicativi nell’ambito dell’acquacoltura, della tutela ambientale, degli impatti antropici e delle tecnologie di biorimediazione.
Ecco cosa ci dice in questo breve video il nostro candidato Giuseppe Portacci.