L’ultima lettera è dello scorso 5 novembre, la prima del 25 luglio, ma sul tema del “servizio di assistenza domiciliare integrata, per disabili e non autosufficienti”, continua a registrarsi l’assordante silenzio del Comune di Taranto.
Così in una nota la Funzione Pubblica CGIL, che insieme alla segreteria confederale e alla categoria dei pensionati, nei mesi precedenti si era fatta promotrice di una serie di lettere e solleciti per richiedere un incontro al Comune di Taranto e in particolar modo all’Assessore ai Servizi Sociali, Simona Scarpati.
Mentre noi scrivevamo al Comune (ben quattro missive – ndr) per ridiscutere dell’offerta per questi utenti con la drammatica incombenza di appalti in scadenza in settori sensibili che molto si legano alla capacità anche empatica degli operatori di entrare in contatto con i loro assistiti, l’ente civico provvedeva ad andare in proroga, a cambiare appalti e soprattutto a non convocare un tavolo di coo-programmazione rispetto a servizi che hanno cittadini e lavoratori al centro della loro azione – dice Tiziana Ronsisvalle della FP CGIL.
Sono mesi che attendiamo – continua la sindacalista della CGIL – ma tutto quello che siamo riusciti ad ottenere dal Comune di Taranto è un pannicello caldo che presto si raffredderà.
Il riferimento è all’appalto in scadenza per gli operatori che si occupano dei disabili totali.
Per loro la data ultima è fine novembre – dichiara la Ronsisvalle – dopodiché dal 1° dicembre le lettere di licenziamento che hanno già ricevuto diventeranno esecutive e per loro e soprattutto per i loro utenti ci sarà il buio dell’ennesima precarietà.
Eppure il Comune di Taranto di fronte a tale situazione non ha sentito la necessità di avviare un dialogo.
Un ente chiuso – continua la nota della FP CGIL – che pure avrebbe dovuto sentire forte l’esigenza di una offerta di welfare territoriale che arrivasse a più persone possibili, mentre continuiamo a registrare il vuoto assoluto rispetto alla costituzione della Carta dei Servizi al Cittadino, che è la mappa indispensabile per chi è costretto a registrare all’interno della propria famiglia, fragilità, debolezze o bisogni a volte difficili da affrontare da soli.
Non si tratta più di disattenzione – dice la Ronsisvalle – per la storia di quei 12 operatori a rischio licenziamento è la storia che si intreccia con il futuro dei loro assistiti che dopo anni di cura, confidenza e attenzione torneranno ad essere soli.
Nelle note della FP CGIL anche alcuni riferimenti agli appalti varati in questi ultimi mesi.
Assistiamo a gare con offerte economiche troppo basse per garantire il costo del lavoro specializzato che si professa di offrire – continua Tiziana Ronsisvalle – e anche di questo avremmo voluto discutere con il Comune. Siamo preoccupati e auspichiamo si possa tornare presto a discutere delle urgenze e dei bisogni dei cittadini più deboli di questa città.