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CGIL, CISL, UIL Taranto: “Si a fare “squadra”, no all’Accordo di Programma”

L’incontro con il Sindaco e Presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci è un punto di partenza che da tempo auspicavamo. Ora da quel punto occorre partire davvero, attraverso un percorso di confronto permanente scevro da ogni fraintendimento e con un progetto di “squadra” che finalmente prenda in seria considerazione i temi della transizione giusta, che riguarda anche i lavoratori e le lavoratrici di questo territorio.

Così i segretari generali di CGIL, CISL e UIL Taranto, Giovanni D’Arcangelo, Gianfranco Solazzo e Pietro Pallini, che martedì hanno incontrato Melucci per fare il punto della situazione su ex ILVA, Transizione, Giochi del Mediterraneo e CIS, ma anche per sollecitare maggiore coinvolgimento territoriale sul fronte delle risorse economiche da spendere nell’ambito del Just Transition Fund e del successivo PNRR.

Non esiste transizione senza lavoro – continuano D’Arcangelo, Solazzo e Pallini – e pertanto prima di azzardare ogni ipotesi di Accordo di Programma, va sgomberato il campo dall’idea che quella formula così come utilizzata a Genova, sia adeguata anche a Taranto, all’attuale contesto produttivo nazionale e internazionale, e alle problematiche ambientali, occupazionali e produttive che vive la città e la sua provincia. Per noi pertanto l’Accordo di Programma, del quale, comunque, al momento non esiste né un programma né un accordo, resta una ipotesi impercorribile perché farebbe pagare la transizione solo ai lavoratori.

Siamo disponibili, pertanto, – continuano – a sottoscrivere un protocollo d’intesa orientato verso la giusta transizione, per noi vincolata a bassi livelli di impatto ambientale, ad una sanità efficiente, ma che soprattutto non sacrifichi nessun lavoratore in vista di progetti di diversificazione economica e produttiva ancora troppo poco chiari. Il percorso più opportuno è quello del confronto permanente che individui con certezza ogni possibile insediamento produttivo nuovo e le sue ricadute occupazionali.

I sindacati, dunque, chiedono di liberare il campo dalle incognite e partire dalle cose certe.

Le potenzialità del Just Transition Fund, le risorse europee della programmazione 2021-2027, lo stanziamento certo e la celerità nell’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo, il futuro del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) e la mai definita vicenda dell’ex ILVA con il destino dei lavoratori diretti, di quelli in AS e di quelli dell’appalto.

Troppe volte abbiamo partecipato a tavoli in cui si discuteva di progetti come il Tecnopolo, Ospedale San Cataldo o l’insediamento Ferretti, e le loro possibili ripercussioni sul piano sociale e occupazionale – continuano – ma di fatto, ad oggi, restiamo a gestire sul campo una delle crisi occupazionali più profonde del post dopoguerra.

Pertanto rinnoviamo la massima disponibilità a percorrere strade comuni, a patto che ci persegui una reale collaborazione nei processi decisori per il bene comune che come sindacato confederale rappresentiamo idealmente e nel numero dei lavoratori e delle lavoratrici nostri iscritti – sottolineano i tre segretari generali – Come sindacato confederale siamo portatori degli interessi del lavoro delle persone dentro un contesto sostenibile e che guarda al progresso del territorio per consentire ai più giovani di poter scegliere se rimanere qui o andare altrove, e non ad essere obbligati ad andare via per costruire il proprio futuro fondato sul lavoro.

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