Il rischio incendi a Taranto. Ma non ci sono Vigili del Fuoco

Un vigile del fuoco di Taranto o un amministrativo dello stesso Comando provinciale, lavorano in media due o tre volte tanto i loro omonimi in comandi come Roma, Milano, Napoli. Lo dimostrano i dati pubblicati sul sito nazionale dei Vigili del Fuoco in cui la sede dei VVF di Taranto si trova sempre ai primi posti nella speciale classifica degli “indicatori di operatività rapportato alla dotazione organica”.

Su 289 unità previste dall’ultimo decreto 2019 relativo agli organici per i Vigili del Fuoco di Taranto, in servizio ce ne sono solo 260. Al 50% è invece la dotazione del personale amministrativo. Tutto fatto salvo pensionamenti e passaggi di qualifiche.

A denunciare la situazione in piena emergenza caldo e incendi in provincia di Taranto è la Funzione Pubblica CGIL, che in una nota congiunta con Conapo, Cisl e Confsal, inviata al Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno on.le Carlo Sibilia, ai vertici nazionali, regionali e territoriali dei Vigili del Fuoco, al Prefetto di Taranto, ai presidenti di Regione Puglia e Provincia di Taranto e a tutti i sindaci del tarantino, parla di “condizione non più tollerabile”.

Quella dotazione organica mai rispettata è già di per se una condizione di grave pregiudizio per i lavoratori di Taranto, ma anche per garantire un servizio di soccorso adeguato per i cittadini di Taranto – spiega Gaetano La Corte, segretario aziendale della FP CGIL all’interno del Comando VVF di Taranto – perché anche ci trovassimo nelle condizioni descritte dai numeri riconosciuti a Taranto nel decreto del 2019, non avremmo fatto i conti con il carico di lavoro e il potenziale di rischio di una provincia così estesa e che quotidianamente è chiamata a garantire sicurezza sia in ambito urbano ma anche in ambito industriale.

Secondo La Corte dunque il carico di lavoro è esponenziale e non riconosce a Taranto la fragilità della sua condizione.

Siamo la terra degli incendi boschivi, del fuoco sui luoghi dell’abbandono urbano che come è accaduto nei giorni scorsi hanno messo a serio rischio interi quartieri cittadini e intere comunità – dice La Corte – ma siamo anche la provincia dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa, della raffineria ENI, del porto commerciale, industriale e ora anche turistico, della base navale NATO, delle zone industriali di Martina Franca, Manduria, Castellaneta, del polo aeronautico Leonardo di Grottaglie. Realtà che per quanto possano essere dotate dei loro servizi anti-incendio in caso di sconfinamento del rischio in ambito urbano, sempre con quei 260 vigili del fuoco tarantini dovrebbero affrontare un rischio che potrebbe rivelarsi di grandi proporzioni.

Una emergenza, dunque, che tarda a trovare risposte e che di fatto pagano solo i lavoratori.

Quando il fuoco soffia vicino alle case, o vicino alle fabbriche finora non si è trovata altra soluzione che non derogare agli istituti contrattuali – dice ancora l’esponente della FP CGIL di Taranto – così si tagliano ferie, permessi, si allungano le giornate lavorative e si invoca all’universale senso del dovere di questo glorioso corpo.

E’ tempo di cambiare – termina Gaetano La Corte – e avviare un confronto che serva a determinare con precisione l’investimento in termini di risorse per garantire l’incremento degli organici e rendere normale una situazione che normale non è.

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