Non siano solo gli ultimi a lottare per i diritti

“La nostra storia è fatta di conquiste, a partire dalla Costituzione, arrivata dalla resistenza, dalla liberazione del fascismo. Nonostante le nostre leggi sui diritti di cittadinanza e del lavoro, abbiamo ancora notevoli problemi di natura culturale come società a far parte di un sistema in cui alla base di tutto ci sia il rispetto delle persone, in particolar modo dei più deboli.

Se noi lasciamo sempre i deboli a fare la battaglia dei diritti, significa che non abbiamo ancora capito la nostra storia e da dove veniamo”.

Questo quanto affermato dal segretario della Cgil di Taranto Paolo Peluso in occasione dell’iniziativa  “Libera, Pulita, Bella. Il sogno di Borrelli per l’Italia, il nostro sogno per Taranto”, organizzata dall”associazione del territorio “Taranto per noi”. All’iniziativa hanno partecipato: Rosalba De Giorgi – parlamentare, Mimmo Mazza – giornalista. Ha coordinato i lavori Marisa Francione, presidente associazione “Taranto per noi”. In collegamento video c’erano Gherardo Colombo, Armando Spataro e Giovanni Impastato. La platea era composta dagli studenti della scuola superiore “Battaglini” di Taranto.
Una delegazione di studenti ha letto alcuni articoli della Costituzione con riferimento al principio di legalità affermato dalla nostra Carta.

L’azione del sindacato non è solo quella di difendere e affermare i diritti lesi, ma anche quello di essere un motore sociale per il rispetto dei diritti collettivi e individuali. È una presa di responsabilità che ci appartiene e dalla quale non ci sottraiamo.

“Abbiamo bisogno di parlare ai giovani non come fa un vecchio saggio con il più piccolo. Il più grande gesto che possiamo fare è quello di favorire la maturazione di una coscienza critica tra i giovani, tra gli studenti a partire dalla fondamentale funzione che la scuola svolge quotidianamente.

L’azione della Magistratura è fondamentale, ma sarebbe più efficace, specie nella lotta alla corruzione, alle mafie, allo sfruttamento del lavoro, se tutte le istituzioni e la stessa società civile facessero del rispetto della legalità un tratto fondamentale dell’azione collettiva ed individuale. Se si prescinde da questa condizione, anche il lavoro, diversamente da quello che prevede la nostra Costituzione, smette di essere affermazione di dignità, riscatto sociale, superamento delle disuguaglianze”.

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