“Per l’ennesima volta, dopo 12 anni, ci ritroviamo di nuovo al punto di partenza. Con la prospettiva di una nuova gestione straordinaria che avanza e senza certezze dal punto di vista della prospettiva industriale o sul cambio di ciclo produttivo, questione indispensabile sia per l’occupazione, sia per l’ambiente. O si cambia o si rischia di andare a sbattere”
Parla così, dal presidio sulla Statale 100 di fronte ai cancelli dell’ex ILVA, ora Acciaierie d’Italia, il segretario della FIOM CGIL Puglia, Giuseppe Romano.
20mila lavoratori (diretti e indotto) dell’ex ILVA rimangono aggrappati ad una delle vertenze più difficili italiane e dopo Piani mai attuati e promesse non mantenute, si ribellano di fronte a questa lenta eutanasia, che rischia di lasciare a Taranto sia il problema occupazionale, sia i problemi ambientali e di salute.
Alla mobilitazione di oggi, indetta da CGIL, CISL, UIL e USB, partecipano i lavoratori diretti, ma anche quelli dell’appalto con le sigle sindacali della FILCAMS CGIL e della FILLEA CGIL.