Taranto malato cronico. Ora la priorità è salvare ciò che va salvaguardato

Ad un malato cronico necessitano cure e risposte. Per un malato acuto la tempistica sulla presa in carico del problema non è una variabile indefinita e può rappresentare un vero e proprio salvavita. E’ questo il punto di riflessione che da mamma e donna nonché componente della segreteria confederale della CGIL di Taranto (delega alla salute e ai servizi sociali), pongo oggi nuovamente  all’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politico-istituzionali che hanno competenza in materia.

Un appello al pragmatismo che noi donne conosciamo bene e che non può risolversi nell’ennesima polemica senza costrutto che in questi giorni difficili, gli ennesimi, per la mia città, ci portano alla sterile querelle propagandistica e ad atteggiamenti di “tifoseria” per questo o quel fronte.

Chiediamo da tempo che si intervenga, perché a quel malato cronico o acuto della città di Taranto, la risposta va data in termini di cose fatte o da fare senza ulteriori tergiversamenti. Ora. Con immediatezza e celerità. E non perché la fase di imputazioni delle responsabilità sia un fattore secondario, su cui anzi da tempo chiediamo che gli organi inquirenti e di controllo lavorino senza nessun tipo di sudditanza psicologica o politica, ma perché di fronte ad un ferito grave pensiamo sia più opportuno prestare l’aiuto e le cure necessarie.

Interventi di natura sanitaria, ma anche tutta la gamma di migliorie sulla vigilanza, il controllo, la bonifica che pure nei DPCM, negli addendum ambientali, nei tavoli ministeriali, nelle proposte di “ambientalizzazione”, e infine sulle pagine dei media e dei social media tutti sembrano avere a portata di mano, salvo poi non attuarle.

Le problematiche ambientali e sanitarie dell’area SIN di Taranto restano, così, ancora senza risposte, proprio per quel gioco al massacro, ai black out delle priorità, che guarda caso colpiscono in particolar modo le donne e i loro figli. Le stesse donne, che come denunciammo alcuni mesi fa all’atto della pubblicazione delle stime del Ministero della Salute sulla griglia dei livelli di assistenza (LEA), rimanevano vittime di uno “scostamento non accettabile” proprio alla voce sulla prevenzione dei tumori alla mammella, alla cervice uterina e al colon retto. Segnalazione che a suo tempo rivolgemmo al governatore della Puglia e che ciclicamente abbiamo posto con pressione a tutti i tavoli a cui come CGIL abbiamo presto parte. Un invito all’operatività che sembra cadere nel vuoto.

Oggi, invece, per noi, la priorità è tutta lì: chiedere che si faccia presto e sostenere la comunità tutta in questa direzione senza inutili fughe in avanti o mero esercizio di propaganda ai fini del consenso elettorale.

Fare presto per ottenere screening sempre più serrati. Fare presto per comprendere la tempistica per la realizzazione dei filtri a manica previsti nell’agglomerato. Fare presto per migliorare e rafforzare la rete di monitoraggio. Fare presto per esigere che quel miliardo e duecento milioni di euro che i Commissari avrebbero dovuto spendere per le bonifiche siano veramente spesi. I distinguo li faremo a tempo debito, ora abbiamo il dovere di salvare ciò che va salvaguardato fino allo stremo delle nostre forze.

Precedente Attendiamo da mesi la risposta del Governo sulla struttura di missione del CIS. In quella sede la proposta per il bacino di crisi di Taranto