Anche ieri nella riunione convocata nell’ufficio controversie della Regione non c’è stata nessuna schiarita per i 12 dipendenti dell’appalto ADI (Assistenza Domiciliare socio-assistenziale in regime di servizio Integrato) del Comune di Taranto.
Per molti anni questi lavoratori assunti da una cooperativa sociale sono stati la cura, l’assistenza, e la compagnia di circa 17 cittadini disabili gravi (tra loro anche bambini) che avevano aderito al programma ADI. Il cambio di appalto, ora, restituisce un quadro doloroso: 12 famiglie non avranno più il reddito che riveniva dal loro lavoro e i loro assistiti rimarranno “orfani” di quegli indispensabili punti di riferimento.
Non è un appalto come altri – spiega Tiziana Ronsisvalle della FP CGIL – qui ci sono uomini, donne e bambini in carne e ossa che per anni hanno diviso la loro vita famigliare, la loro intimità, persino il loro dolore con questi operatori, e il cambio di appalto con l’indisponibilità di procedere attraverso clausole di continuità occupazionale, getta un’ombra desolante sulla gestione dell’assistenza sociale in questa città.
Noi auspichiamo che il Comune di Taranto riapra al più presto il confronto con il sindacato su questa delicata questione – sottolinea Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto – e imprima anche una svolta decisiva sul quadro generale dei livelli di assistenza caso mai pianificando una interlocuzione costante con chi rappresenta molto spesso non solo lavoratori ma anche cittadini.
Per tale ragione domani mattina 21 dicembre dalle 9.00 alle 11.00 si svolgerà un sit-in sotto il palazzo della Prefettura di Taranto.
Saremo lì con i lavoratori e alcuni assistiti – dichiara l’esponente della Funzione Pubblica – perché chiediamo di interloquire con il Prefetto al fine di richiamare tutti alla responsabilità rispetto a questi cittadini svantaggiati e a questi lavoratori.
Qui sotto la testimonianza di Annamaria, assistita ADI