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Cittadella della Carità. A rischio in 95 dopo lo stop della Regione Puglia

La CGIL di Taranto e il sindacato di categoria della Funzione Pubblica esprimono profonda preoccupazione per il repentino peggioramento della vertenza Cittadella della Carità.

L’apprensione è figlia dell’ultima notizia raccolta nell’ambito della riunione svoltasi oggi pomeriggio in Task Force Occupazione della Regione Puglia.

In quella sede – afferma Mimmo Sardelli, segretario generale della FP CGIL di Taranto – abbiamo appreso dalla viva voce dei responsabili del Dipartimento Salute della Regione che già ieri, con posta certificata, sarebbero stati revocati, con effetto immediato, gli accreditamenti per la clinica e gli ambulatori.

Una decisione che sarebbe scaturita dalle violazioni sulle norme antiincendio e dall’accertata violazione delle norme in materia di tutela e salute sui luoghidi lavoro, a loro volta prodotto dell’incertezza, già denunciata più volte dal sindacato, sul Piano Industriale e soprattutto sull’istanza di composizione negoziata della crisi giacente al Tribunale di Taranto,

Era la cronaca di una morte annunciata su cui più volte abbiamo tentato di accendere i riflettori – sottolinea il segretario generale della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo – e che oggi si tramuta in uno tsunami che travolge lavoratori ma anche pazienti e cittadinanza.

Sono infatti 95 i lavoratori afferenti alle due strutture revocate e circa 30 i pazienti immediatamente coinvolti nella sospensione immediata delle attività in clinica.

Domani svolgeremo insieme alla CISL un’assemblea dei lavoratori all’interno della Cittadella, ma è chiaro – dice ancora Sardelli – che questa situazione andrà gestita in maniera completamente diversa, perché è l’assenza di chiarezza e trasparenza che ci ha condotto sin qui e ora a pagare sono 95 famiglie.

In un territorio in cui la risposta ai bisogni di salute e assistenza è in affanno è innegabile che la nostra preoccupazione riguarda anche i risvolti sociali della vertenza della Fondazione Cittadella della Carità, che per ora tocca Clinica e Ambulatori – dice D’Arcangelo – ma in assenza di risposte adeguate anche sul fronte della sicurezza degli ambienti di lavoro e degenza (antincendio e dispositivi di sicurezza) rischia di compromettere anche il futuro della RSA L’Ulivo dove attualmente sono ospitati 80 pazienti.

In quel caso – continua Sardelli – si tratterebbe di fronteggiare il rischio di perdita d’occupazione per ulteriori 56 unità.

Ora la Fondazione Cittadella della Carità avrebbe 10 giorni per presentare controdeduzioni, ma nel frattempo lo stato di agitazione del personale continua.

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