Dopo il cordoglio e l’indignazione l’assassinio di Giulia e di centinaia di altre come lei rischia di non avere più la voce per chiedere giustizia.
Il 25 novembre per la CGIL di Taranto non è una festa. E’ un giorno di riflessione che però nel caso del sindacato dura 365 giorni l’anno.
La commozione di fronte al delitto di questa giovane donna è deflagrato nel petto di ognuno di noi, ma se a tutta questa commozione e presa di coscienza non seguono politiche e azioni adeguate, tutto rischia di tornare nuovamente a lasciarci sgomenti tra qualche mese, qualche settimana.
Così se da una parte è un buon segnale l’approvazione definitiva del disegno di legge che rafforza il codice rosso per le donne vittime di aggressioni, minacce e violenze. E’ assolutamente deprimente l’immagine dell’aula di Palazzo Madoma quasi deserta durante la discussione di tale provvedimento.
Così mentre commuovono flash-mob, video, minuti di silenzio è assurdo pensare che chi è in pericolo ha sempre meno strumenti territoriali per difendersi, per far ascoltare la propria voce.
La denuncia è della Segretaria della CGIL di Taranto, Tiziana Ronsisvalle, che punta l’attenzione sul ruolo che dovrebbero svolgere sul territorio i Consultori.
Taranto, un territorio con oltre 186mila abitanti – dice – ha 5 consultori, ma solo tre professionisti psicologi in servizio. Uno psicologo o una psicologa ogni circa 63mila abitanti. Se Giulia fosse stata quì con chi avrebbe potuto parlare? Meno conferenze stampa, meno annunci, e basta parole, c’è troppo da fare.