“La razione di pane era 150 grammi a testa, ma per chi lavorava era il doppio. Così a dieci anni andai a bottega per diventare maestro d’ascia. Avevo i calli alle mani ed ero rispettato“.
Una storia di lavoro, dignità, impegno politico e sindacale ci viene consegnata come eredità da Cataldo Portacci, morto oggi all’età di 96 anni.
Il suo impegno contro il regime fascista, quello in favore del “suo” mare, all’interno della CGIL e della FIOM CGIL, in Arsenale come operaio, nella locale sezione dell’ANPI e nel consiglio comunale cittadino negli anni ’80, fanno di lui un pezzo della storia di questa città da non dimenticare.
Ciao Cataldo!