Il Comune di Taranto ha definito alcuni giorni fa il Piano Triennale delle Opere Pubbliche che fino al 2020 potrebbe disegnare il nuovo assetto urbanistico della città, ma anche riqualificare aree territoriali da anni in attesa di interventi sia sul fronte della vivibilità urbana, sia in termini di fruizione. Assieme all’approvazione del DPP (Documento di Programmazione Preliminare) propedeutico al nuovo PUG (Piano Urbanistico Generale) in cui come sindacato siamo stati coinvolti, questo strumento oltre a rispondere a bisogni collettivi, offre una speranza ad un settore, quello dell’edilizia, che dal 2010 al 2016 ha visto dimezzare la sua forza lavoro. Ci piacerebbe pertanto che l’ente civico sentisse l’esigenza di un confronto più assiduo proprio sul tema della grande stagione di appalti pubblici che proprio grazie al CIS e agli interventi previsti dal Patto per la Puglia, Taranto si appresta a vivere.
Francesco Bardinella, segretario generale della FILLEA CGIL di Taranto, spulcia carte alla mano la scheda predisposta dal Comune di Taranto relativa alle opere pubbliche da mettere in cantiere tra il 2018 e il 2020, ma rilancia anche il tema del lavoro e della qualità dello stesso.
E’ innegabile l’interesse del settore sugli investimenti previsti – spiega – anche perché alcune opere, penso in particolar modo a quelle previste nelle schede di intervento del Contratto Istituzionale di Sviluppo per Taranto, possono trasformarsi in cantiere nell’immediato. Vi è copertura finanziaria sufficiente, ma resta il nodo delle ricadute occupazionali e produttive e quello della programmazione complessiva dello sviluppo in ogni ambito di intervento. Preoccupazione che condividiamo anche con l’ANCE.
La stagione dei cantieri deve ripartire, e non tra mesi o anni, ma da subito perché il settore dell’edilizia, vede imprese e lavoratori allo stremo delle forze – sottolinea Bardinella – per questa ragione sarebbe auspicabile ripartire dall’art. 9 dello Statuto del CIS: pietra miliare degli interventi che devono avere ricadute sullo sviluppo di questo territorio.
Principio che secondo il segretario generale della FILLEA CGIL ha trovato ampie declinazioni ma stenta a partire proprio all’interno del Comune di Taranto.
Il protocollo per la legalità, stipulato in Prefettura lo scorso agosto, il tavolo per l’edilizia insediato in Regione con l’assessore Mazzarano e che focalizza la sua attenzione anche sul riconoscimento della congruità sul costo della manodopera, lo stesso coinvolgimento al tavolo di programmazione per il PUG, sono segnali di impegno preciso in tal senso – dice Bardinella – ma restiamo ancora senza risposte sulle attività e gli interventi da programmare per organizzare anche con l’assessore all’edilità del Comune di Taranto un piano triennale che tenga conto delle imprese e dei lavoratori tarantini.
Per la FILLEA di Taranto, dunque, quel Piano ha bisogno di essere calato sulla carne viva dell’emergenza del settore.
Chiediamo da mesi un confronto – termina – anche per riprendere il dialogo sull’infrastrutturazione indispensabile anche in vista della definizione delle ZES (Zone Economiche Speciali). E’ il momento di valutare priorità, interventi e tutele a partire dalle risorse disponibili, affinché in città tornino le gru e tornino i lavoratori edili della nostra provincia. Indispensabile pertanto riprendere il colloquio con il partenariato economico e sociale di questa città.