“Mettere al centro la Costituzione significa mettere al centro la dignità delle persone, quella che manca in questo momento soprattutto nei territori del Mezzogiorno”.
E’ la neo segretaria regionale della CGIL Puglia, Gigia Bucci, a indicare La Via Maestra per la CGIL, quella che attraverso il titolo omonimo si trasformerà il prossimo 7 ottobre in una grande manifestazione nazionale a Roma, che coinvolgerà il sindacato e numerose associazioni laiche e cattoliche che con la CGIL hanno sottoscritto l’impegno in difesa dei diritti costituzionali.
Il diritto al lavoro, ma anche quello alla salute e alla cura sempre più leso – dice la Bucci – o l’impegno che lo Stato dovrebbe assumere nel tentativo di alleviare il divario economico e sociale. Ecco perché l’appuntamento di Roma non è solo della CGIL, ma di tutti quei movimenti, associazioni e cittadini che, come noi, su tutti i territori provano a dar voce alle persone più deboli”.
Da Taranto alla volta di Roma partiranno 900 persone.
E’ il numero di persone che ci prefiggiamo di portare alla manifestazione – spiega Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL di Taranto – e a Roma porteremo tutto il peso del bisogni e delle vertenze di un territorio che rischia di pagare più degli altri l’aumento del costo della vita e il deprezzamento del lavoro.
Un deprezzamento che si legge in tutti gli interventi dei quadri e delegati intervenuti questa mattina nella Sala Resta della Camera di Commercio di Taranto.
In Sanità – spiegano ad esempio i lavoratori del settore sanità – la situazione post Covid non è come quella della pre-pandemia, è addirittura peggiorata.
Difficoltà che si registrano anche in settori dalla crisi cronica come quelli dell’indotto ex ILVA, o del manifatturiero in generale.
I giovani e i pensionati accomunati da un unico destino. I primi sempre più precari e lontani da uno sbocco occupazionale dignitoso, e i secondi impossibilitati a ricevere le cure e l’assistenza sanitaria per cui, per anni, hanno versato contributi.
I giovani continuano a scappare via da qui – spiega ancora D’Arcangelo – e quelli che restano, con lavori e discontinui difficilmente, senza un’inversione di rotta, riusciranno a conquistare una pensione. E bisogna pensarci ora e non quando sarà ormai troppo tardi.
Temi che intrecciano i diritti costituzionali ma anche il filone di interventi del PNRR, dei fondi della coesione europea e l’occasione irrinunciabile degli 800 mln di euro per Taranto del Just Transition Fund.
Si parla tanto di riconversione e sostenibilità energetica – continua il segretario della CGIL di Taranto – ma assistiamo all’allontanamento di questi obiettivi e al definanziamento dei progetti, a cominciare da quello sulla decarbonizzazione dell’ex ILVA che passa dal PNRR ad altri fondi europei. Tradotto, significa rimandare a domani per non fare oggi.