Riportiamo quì di seguito l’intervento integrale del Segretario generale della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, circa la fine anticipata dell’amministrazione guidata dall’ex sindaco, Rinaldo Melucci.
“Rifuggo sempre dall’immagine dell’uomo solo al comando al quale affidare il cambiamento, rifuggo altresì dall’idea che un solo uomo possa essere l’unico responsabile di un declino politico e sociale. Ricordo che nel 2017, quando Melucci cominciò il primo mandato della sua sindacatura, come CGIL CISL UIL, provammo a costruire un percorso di confronto sui complicati temi dello sviluppo del territorio. Quella fase durò poco perché da lì partì un modello politico volto all’autosufficienza delle scelte. Nessun tipo di confronto con i lavoratori e i loro rappresentanti, malgrado la macchina amministrativa del Comune fosse chiamata ad uno sforzo importante. Atteggiamento che si replicò anche nel secondo mandato. Con Rinaldo Melucci, questa volta in veste di presidente della Provincia, riuscimmo però a sottoscrivere nel mese di giugno del 2023 un protocollo d’intesa sulla governance delle risorse pubbliche a partire dagli 800 mln del JTF, passando per il PNRR e le risorse della coesione. Ma anche lì, oltre i titoli di giornale non si riuscì ad andare, e il protocollo rimase lettera morta, non certo per nostra responsabilità.
Poi le poco edificanti pagine del tentativo di far cassa sull’assistenza domiciliare o gli asili nido comunali, con la mobilitazione di lavoratrici e lavoratori e associazioni siamo riusciti a far cambiare idea all’amministrazione. Ma il rapporto con il mondo del lavoro e le organizzazioni sindacali confederali non è mai sbocciato. Non è accaduto con i dipendenti comunali che continuano a lavorare in condizioni di sottorganico, ma anche con tutto quel mondo costretto ad assistere alle spallucce del Sindaco quando si parla di esuberi, licenziamenti, cassa integrazione. Tra le cose positive c’è quella, e va riconosciuta, di aver realizzato la migliore ordinanza caldo d’Italia per proteggere le lavoratrici e i lavoratori esposti al sole durante le ore più calde dell’estate accogliendo le richieste della CGIL. Questa Taranto lacerata, orfana ormai da troppi anni di una guida, va ricostruita a cominciare dai diritti e dai doveri di cittadinanza, ragionando su come le diversificazione non si faccia solo con le infrastrutture ma con gli uomini e le donne di questa terra. Le periferie, il centro, il disagio sociale, quello scolastico, la desertificazione, l’aumento del fenomeno della rassegnazione e della povertà, la migrazione giovanile, dovranno entrare di diritto nei prossimi programmi elettorali, come sono entrati di diritto nell’impegno del nostro sindacato che proprio sul tema ha posto 5 quesiti referendari tra lavoro e diritto di cittadinanza. Perchè un territorio non cambia chiudendo semplicemente una fabbrica, ma cambia se è in grado di dare risposte e diritti a tutti componenti deboli della comunità. Inaugurare, pertanto, una nuova stagione di pacificazione e pragmatismo etico e sociale, scegliendo tra le priorità e non tra le vetrine, sarebbe pertanto il primo vero atto d’amore e responsabilità verso una città che può ancora diventare moderna e vivibile“.
Giovanni D’Arcangelo, Segretario generale CGIL Taranto