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Sfratti ERP Taranto. Dopo la cessione da parte del Comune nessuna garanzia 200 famiglie

Duecento famiglie in bilico, di cui più di 50 si sarebbero rivolte al SUNIA, il sindacato Unitario Nazionale degli Inquilini e Assegnatari della CGIL, dopo aver ricevuto nei giorni scorsi una lettera di sfratto.

Fin qui cronaca di routine nell’attuale emergenza abitativa, se non fosse che quelle famiglie, residenti negli stabili di Via Pio XII e via Napoli a Taranto e in quattro palazzine ubicate a San Giorgio Jonico, sarebbero finite stritolate nel meccanismo della cartolarizzazione che ha riguardato la cessione di immobili di edilizia residenziale pubblica del Comune di Taranto nei confronti di una società privata: la Ca.rim srl.

Parliamo di persone con titoli e requisiti e non di abusivi o morosi – spiega Luigi Lamusta, segretario del SUNIA di Taranto – per i quali sarà necessario avere parole di chiarezza da parte della società che ha acquisito gli immobili, ma anche da parte del Comune che con la immobiliare ha stipulato a marzo scorso una convenzione che avrebbe dovuto garantire proprio queste persone dall’età media di 70 anni.

Una vicenda dai contorni poco nitidi che il SUNIA e la CGIL confederale intendono portare all’attenzione del Prefetto.

Chiediamo di verificare, come noi siamo in grado di dimostrare – dice Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto – il possesso dei requisiti in capo ad ogni assegnatario di alloggi ERP, e in base a questa verifica procedere al blocco degli sfratti e alla certificazione di un nuovo percorso compatibile con il sostegno a chi ha diritto all’alloggio popolare.

Sulla vicenda lunedì 30 settembre a partire dalle 9.30 è convocata una conferenza stampa nella sede della CGIL in via Dionisio a Taranto. All’incontro con i giornalisti parteciperanno Luigi Lamusta, Paolo Peluso, la responsabile delle politiche sociali della CGIL di Taranto, Eva Santoro e l’ufficio legale del SUNIA, Alexia Serio.

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