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Drone nel carcere di Taranto. Sardelli: “Condizioni di grave insicurezza. Qui siamo alla resa dello Stato”

Lo avevamo annunciato più volte: la condizione di sicurezza all’interno della Casa Circondariale di Taranto fa acqua da tutte le parti, e la vicenda del drone che era riuscito ad eludere la sorveglianza esterna del Carmelo Magli mercoledì scorso ne è un ulteriore conferma.

Cosimo Sardelli, della Funzione Pubblica CGIL, prendendo spunto dal fatto di cronaca torna sulle inefficienze già denunciate dall’organizzazione sindacale e dai suoi delegati all’interno della struttura detentiva tarantina.

La Funzione Pubblica di Taranto parla di “resa dello Stato”.

L’evento – spiega Sardelli – è di una gravità immane e dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno – la condizione in cui sono costretti ad operare ogni giorni gli agenti della polizia penitenziaria.

La denuncia della categoria della CGIL non si ferma qui.

C’è un solo agente per piano. Pochissimi agenti per 600 detenuti – dice ancora il responsabile sindacale – mancano le sentinelle, mancano i presidi all’interno delle sezioni, manca un piano di sicurezza. Ed è evidente che se tale condizione persisterà, dopo essere passata sotto silenzio davanti alle responsabilità dei vertici del Dipartimento più volte sollecitati a risolvere questa cronica carenza di personale,  a pagarne le conseguenze sarà il sistema carcerario, la sicurezza dei cittadini e in primordine il personale del carcere costretto ad operare di fronte a minacce continue.

Come si ricorderà il drone, intercettato dall’agente di servizio all’ultimo piano, trasportava due telefoni cellulari e un panetto di hashis di circa 300 grammi.

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